La Bce non avrebbe intenzione di ritoccare gli indici di riferimento per il tasso variabile. Per quanto riguarda il tasso fisso, pare che rimarrà invariato.
Come si comporteranno le rate dei mutui il prossimo anno?
Dopo due anni molto pesanti dal punto di vista delle rate degli italiani e dei continui aumenti dei tassi in generale, il mese di dicembre regala un sospiro di sollievo.
Con ogni probabilità, quello di dicembre 2023 verrà ricordato come il mese della svolta per quanto riguarda i tassi sui mutui contratti con gli istituti di credito da parte dei cittadini italiani.
Siamo molto molto lontani dai tassi del 2020.I rialzi sono stati senza precedenti.
In meno di un anno il costo del denaro è passato dallo 0% al 4,50%.
Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile lo sa bene.
Come andrà allora il prossimo anno?
Considerando l’indice Eurirs l’indice su cui sono calcolate le rate dei mutui a tasso fisso, da novembre è tornato a livelli accettabili.
Sottoscrivere oggi un mutuo a tasso fisso a 30 anni costa 150 centesimi in meno rispetto allo stesso mutuo, ma variabile.
Questa anomalia è davvero un’anomalia del mercato che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi tempi.
Confrontiamo 2 situazioni.
Se le cose rimangono così, chiedere un mutuo di € 100.000
- a tasso variabile al 5% e durata di 30 anni
- a tasso fisso al 3,50% e durata di 30 anni
La rata del prestito variabile è maggiore del secondo.
Se i tassi d’interesse dovessero scendere nel 2024
– l’importo mensile del primo prestito andrebbe a scendere di oltre 100 euro con un abbassamento dell’1%, di oltre 150 euro con una diminuzione dell’1,5%.
In conclusione il mutuo a tasso variabile diverrebbe quindi più conveniente rispetto a quello fisso.
Giada Carniato
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